ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 15 novembre 2017

Bologna, un focus sull'incisione nel nuovo percorso espositivo del Museo Morandi

Il Museo Giorgio Morandi di Bologna ha da qualche settimana un nuovo percorso espositivo. Il rinnovato assetto è stato possibile grazie al rientro di trentaquattro opere concesse in prestito in occasione delle due importanti mostre sull’artista bolognese, recentemente tenutesi al Museo Pushkin di Mosca e all'Artipelag di Stoccolma.
Il ritorno di questi prestiti ha dato la possibilità allo staff curatoriale di rendere visibili contemporaneamente nel nuovo allestimento, come non succedeva da lungo tempo, alcuni tra i principali capolavori di proprietà del museo, affiancati da una selezione significativa di opere scelte tra le oltre quaranta generosamente concesse in comodato da collezionisti privati. Il percorso presenta così un totale di novantotto lavori tra dipinti, acquerelli, incisioni e disegni.
Di assoluta novità nel nuovo allestimento sono alcune opere pervenute recentemente in comodato che vengono presentate per la prima volta al pubblico nella cornice del Museo Morandi. Si tratta di un disegno e tre acqueforti appartenenti alla collezione Merlini: «Paesaggio» del 1962 (T.P. 1962/101), «Natura morta di vasi, bottiglie ecc. su un tavolo» del 1929 ca (V.inc. 67), «Vari oggetti su un tavolo» del 1931 (V.inc. 87) e «Natura morta a grandi segni» del 1931 (V.inc. 83).
Lungo il percorso espositivo meritano, inoltre, una segnalazione le due acqueforti della collezione Zani -«Fiore in un vasetto di bianco» del 1928 (V.inc. 51) e «Zinnie in un vaso a strisce» del 1929 (V. inc. 65)– a cui si aggiunge l'acquaforte «Grande natura morta con la lampada a petrolio» del 1930 (V.inc. 75) di proprietà di collezionisti privati, come il dipinto «Conchiglie» del 1943 (P. 2000 1943/4), già in comodato da gennaio 2017.
Il percorso espositivo, attraverso una nuova sala tematica denominata «Morandi e l'arte dell'incisione», offre inoltre la possibilità di approfondire le risultanze di una tecnica che trova nell'artista uno straordinario interprete. L’incisione è, infatti, un capitolo fondamentale dell’intera vicenda artistica di Giorgio Morandi, che vi si dedica inizialmente da autodidatta, tra il 1907 e il 1912, trascorrendo molto tempo nello studio delle riproduzioni delle opere grafiche degli antichi maestri incisori. L'artista aveva guardato a lungo e minuziosamente alle più difficili e oscure prove di Rembrandt, del quale possedeva quattro incisioni originali e le riproduzioni dell’intero corpus incisorio raccolto in volumi in folio.
Tra il 1912 e il 1956 Morandi realizza principalmente acqueforti (fanno eccezione una ceramolle, due puntesecche e una xilografia) utilizzando lastre di rame o di zinco che successivamente consegna a Carlo Alberto Petrucci, egli stesso incisore di talento e capace direttore della Calcografia nazionale di Roma (istituto che oggi possiede la quasi totalità delle matrici morandiane). È a Petrucci, infatti, che Morandi affida il privilegio della tiratura delle sue lastre, tiratura che egli volle sempre in numeri molto ridotti e che sorvegliò in ogni passaggio. Il rigore della pratica incisoria sarà alla base del suo insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove, nel 1930, ottiene «per chiara fama» la cattedra di Incisione, incarico che mantiene fino al 1956. Del resto, come egli stesso dichiarò nel 1961 a Edith Schloss, artista tedesca di nascita che lavorò a lungo negli Stati Uniti e in seguito in Italia: «L’incisione all’acquaforte in fin dei conti è una tecnica, qualcosa di tangibile che può essere insegnato. L’Arte non si può insegnare».
La sala dedicata all'arte incisoria si completa con il torchio a stella originale su cui Morandi eseguì le prime prove di stampa delle sue acqueforti.
La presentazione del nuovo assetto espositivo è stata anche l’occasione per parlare dei futuri progetti internazionali che vedranno coinvolto il Museo Morandi, il primo in ordine di tempo sarà la mostra che il Museo Belvédère di Leeuwarden (Paesi Bassi) dedicherà al maestro bolognese nel 2018, anno in cui la provincia della Frisia sarà Capitale europea della cultura. Il concept della rassegna, in programma dal 23 febbraio al 10 giugno 2018, è stato sviluppato a partire da un'idea di Ada Duker, artista olandese protagonista nel 2015 di una mostra negli spazi di Casa Morandi, in cui si evidenziavano le analogie formali tra la struttura compositiva delle nature morte di Giorgio Morandi e le architetture dei portici bolognesi.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Giorgio Morandi, Natura morta (Conchiglie), 1943. Olio su tela. Collezione privata. Provenienza: deposito in comodato gratuito da gennaio 2017; [fig. 2] Giorgio Morandi, Natura morta a grandi segni, 1931. Acquaforte su zinco. Collezione Merlini. Provenienza: deposito in comodato gratuito da gennaio 2017; [fig. 3] Giorgio Morandi, Vari oggetti su un tavolo, 1931. Acquaforte su rame. Collezione Merlini. Provenienza: deposito in comodato gratuito da gennaio 2017

Informazioni utili
Museo Morandi, via Don Minzoni, 14 - 40121 Bologna. Orari: martedì, mercoledì, domenica, ore 10.00–18.00; giovedì, venerdì, sabato, ore 10.00–19.00; lunedì chiuso. Biglietti: intero € 6,00; ridotto € 4,00; gratuito possessori Card Musei Metropolitani Bologna e prima domenica del mese. Informazioni: tel. 051.6496611. Sito internet: www.mambo-bologna.org/museomorandi/

Nessun commento:

Posta un commento